"Il mondo è costretto ad usare più
energia per raffreddare che per riscaldare".
Condizionatori visibili su un palazzo residenziale |
E' il titolo di un articolo pubblicato dal The
Guardian nel 2015, con cui la testata si fa portavoce delle conseguenze
che il freddo artificiale ha sull'ambiente.
"Il freddo artificiale è un fenomeno recente: il primo impianto di aria condizionata domestico è apparso nel 1914, i primi frigoriferi domestici nel 1930. [...] Ma è lentamente diventato parte integrante della vita del 21esimo secolo, almeno nei paesi più sviluppati. L'aria condizionata rende più accoglienti case, uffici e autoveicoli. [...] Privati del freddo, alimenti e medicinali si deteriorerebbero in pochi minuti. [...]
La richiesta del freddo sta crescendo
esponenzialmente, a causa del riscaldamento globale e di una rapida espansione
della classe media nelle economie in via di sviluppo del Sud-Est Asiatico.
[...]
Ma c'è un problema. Quasi tutto il freddo è ancora
prodotto da una tecnica conosciuta come refrigerazione a compressione del
vapore, una tecnologia di 100 anni fa che prevede l'uso di refrigeranti liquidi
(ora, solitamente, idroflurocarburi -HFC) che assorbono e rilasciano calore,
richiedendo grandi quantità di elettricità.
[...]
Le perdite di liquido refrigerante e i consumi
energetici legati al raffreddamento rappresentano attualmente circa il 10%
delle emissioni globali di CO2."
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