sabato 11 novembre 2017

"World set to use more energy for cooling than heating"

"Il mondo è costretto ad usare più energia per raffreddare che per riscaldare".

Condizionatori visibili su un palazzo residenziale



E' il titolo di un articolo pubblicato dal The Guardian nel 2015, con cui la testata si fa portavoce delle conseguenze che il freddo artificiale ha sull'ambiente.

"Il freddo artificiale è un fenomeno recente: il primo impianto di aria condizionata domestico è apparso nel 1914, i primi frigoriferi domestici nel 1930. [...] Ma è lentamente diventato parte integrante della vita del 21esimo secolo, almeno nei paesi più sviluppati. L'aria condizionata rende più accoglienti case, uffici e autoveicoli. [...] Privati del freddo, alimenti e medicinali si deteriorerebbero in pochi minuti. [...]
La richiesta del freddo sta crescendo esponenzialmente, a causa del riscaldamento globale e di una rapida espansione della classe media nelle economie in via di sviluppo del Sud-Est Asiatico. [...]
Ma c'è un problema. Quasi tutto il freddo è ancora prodotto da una tecnica conosciuta come refrigerazione a compressione del vapore, una tecnologia di 100 anni fa che prevede l'uso di refrigeranti liquidi (ora, solitamente, idroflurocarburi -HFC) che assorbono e rilasciano calore, richiedendo grandi quantità di elettricità.
[...]
Le perdite di liquido refrigerante e i consumi energetici legati al raffreddamento rappresentano attualmente circa il 10% delle emissioni globali di CO2."


[Testo liberamente tradotto dall'articolo completo in lingua originale.]

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